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Nel regno dell’Urundi (1600 d.C.) i tamburi erano considerati oggetti sacri, da suonare durante le cerimonie religiose e durante le feste più importanti dell’epoca.
La colonizzazione e l’opera di evangelizzazione della popolazione ha cercato di scalfire questa pratica culturale ancestrale. Nel 1932 l’amministrazione belga soppresse la festa dell’umuganuro ed
eliminò tutte le cariche ritualiste, compresa quella dei tamburinai.
Con l’indipendenza, le autorità burundesi hanno cercato di ricostruire attorno a questi strumenti musicali il prestigio che la colonizzazione aveva cercato di appannare. Oggi il tamburo è
considerato un simbolo del popolo burundese e dell’unità nazionale: nel Paese sono numerosi i monumenti a lui dedicati. Alcuni studiosi riconoscono un “ruolo sacrale moderno” a questo strumento
oggi, che ha infatti recuperato un ruolo importante nella vita dello stato. Per le famiglie benestanti, è motivo di prestigio avere uno spettacolo di tamburi alle proprie feste private. Dal 22
agosto al 3 settembre Brentonico ha accolto un gruppo di tamburisti Burundesi che si si sono esibiti in numerose occasioni sul nostro Altopiano e nella Provincia di Trento.